Editoriale
Il viaggio esposto. Mostre, progetti editoriali e la nascita di nuove reti nel sistema dell’arte in Italia dal secondo dopoguerra
Alessandra Acocella e Caterina Toschi
Dopo quattordici anni di attività editoriale con Senzacornice. Rivista online di arte contemporanea e critica / Digital journal of contemporary art and criticism, fondata nel novembre 2011 dall’omonima associazione culturale, s’inaugura oggi il progetto di una nuova serie intitolata Senzacornice Journal. Studi sul sistema dell’arte contemporanea / Studies on contemporary art system. La serie è composta da numeri a carattere monografico pubblicati con cadenza annuale, i cui contributi scientifici presentano studi inediti – originali o collegati a linee di ricerca preesistenti riconsiderate da nuove prospettive – inerenti al sistema dell’arte contemporanea, e dunque alla storia delle mostre, del collezionismo e del mercato, della critica d’arte, dell’editoria ed esoeditoria, alla storia degli archivi e dei luoghi di produzione, alla diffusione e ricezione delle ricerche artistiche contemporanee.
Questo primo numero, a cura di Alessandra Acocella e Caterina Toschi, è dedicato a Il viaggio esposto. Mostre, progetti editoriali e la nascita di nuove reti nel sistema dell’arte in Italia dal secondo dopoguerra, e intende approfondire il tema del viaggio come elemento ispiratore e attivatore di progetti artistico-culturali nel sistema dell’arte italiana dagli anni Cinquanta a oggi. La selezione dei casi di studio indagati, certamente non esaustiva sul tema, affronta come l’esperienza fisica del viaggio abbia contribuito a generare progetti di mostre e di pubblicazioni da parte di artisti, fotografi, galleristi, critici, curatori e storici dell’arte, italiani e non, che abbiano favorito attraverso la pratica del viaggiare il confronto dell’Italia con una dimensione internazionale e globale del pensiero artistico e culturale.
I contributi raccolti offrono quindi, nel loro insieme, una riflessione articolata sulle molteplici, possibili forme attraverso cui la nozione di viaggio – intesa come pratica, esperienza o dispositivo – si è intrecciata con la creazione di eventi espositivi, dispositivi editoriali, traiettorie artistiche individuali e processi di costruzione di reti nel contesto dell’arte italiana del secondo Novecento.
Federica Milano (Sapienza Università di Roma) ricostruisce il ruolo svolto dall’astrazione nella definizione dell’identità visiva dei mezzi di trasporto transatlantici tra gli anni Cinquanta e Settanta. L’analisi si concentra in particolare sulla committenza pubblica della Finmare e sul contributo di artisti legati alle tendenze informali e gestuali, evidenziando le implicazioni estetiche ed economiche della decorazione navale e il successivo trasferimento di tali logiche al contesto aeronautico.
Con un’indagine sui progetti espositivi coordinati da Mario De Micheli presso la Facoltà di Architettura di Milano negli anni Settanta, Deianira Amico (Politecnico di Milano) analizza il format della mostra didattica itinerante come strumento di divulgazione critica della storia dell’arte e di attivazione culturale nel contesto urbano. L’autrice mette in evidenza l’impianto collettivo e interdisciplinare del progetto, sottolineando la sua funzione di mediazione tra università e territorio in una fase di riformulazione del ruolo pubblico delle istituzioni culturali.
Attraverso una disamina puntuale del primo viaggio di Germano Celant a Los Angeles nel 1974, Laura Conconi (Studio Celant) individua nella conoscenza diretta delle pratiche ambientali californiane un momento cruciale per la concezione della mostra Ambiente/Arte curata due anni dal critico genovese per la Biennale di Venezia. Il contributo rilegge la successiva attività di Celant alla luce di tale esperienza, mettendo in evidenza come il contatto diretto con il contesto artistico californiano abbia agito da catalizzatore per un’evoluzione della sua produzione teorica e pratica espositiva.
L’articolo di Livia de Pinto (Università per Stranieri di Siena) esamina il lavoro fotografico di Laura Grisi, focalizzandosi sui libri Distillations: Three Months of Looking e Choices and Choosing 16 from 5000, pubblicati nel 1970. Attraverso le immagini scattate durante i viaggi con il marito Folco Quilici sin dalla fine degli anni Cinquanta, emerge lo sguardo attento e personale di Grisi sul paesaggio e sulle culture extra-occidentali, in grado di rivelare una sensibilità critica che anticipa istanze ecofemministe.
Olimpia Di Domenico (Università degli Studi di Salerno) indaga la diffusione del fenomeno della mail art in Italia negli anni Settanta, soffermandosi sul progetto Io & gli Altri di Betty Danon avviato nel 1977 e presentato due anni dopo presso la Galleria Apollinaire di Milano. Lo studio si concentra sulla dimensione collettiva e transnazionale di questo progetto a carattere collaborativo, interpretando il mezzo postale come pratica relazionale e politica, come spazio di sperimentazione curatoriale e autoriale fuori dai circuiti istituzionali dell’arte.
Il contributo di Federica Minnucci (Bibliotheca Hertziana – Istituto Max Planck) rilegge, infine, il soggiorno di Michelangelo Pistoletto nella Bay Area di San Francisco nel 1980 alla luce di fonti d’archivio inedite. L’analisi condotta evidenzia come, attraverso una serie di eventi espositivi, performance e installazioni, l’artista sviluppi nuove relazioni con il pubblico e lo spazio, trasformando il viaggio in un’occasione di dialogo interculturale e di ripensamento della propria pratica artistica.
L’articolo “fuori tema” di Luca Pietro Nicoletti chiude il numero tracciando alcuni episodi eloquenti nella ricerca pittorica di Piero Dorazio, in particolare fra il 1963 e la Biennale di Venezia del 1966, per comprendere il ruolo dell’artista nella costruzione della propria immagine pubblica e nel racconto della sua vicenda creativa.
La “Pagina d’artista”, in linea con la veste editoriale della prima serie della rivista, invita i giovani artisti a partecipare al numero con un contributo, figurativo oltre che teoretico, relativo ai concetti proposti. In occasione dell’anniversario dei settecento anni dalla morte di Marco Polo, La Biennale di Venezia ne celebra le straordinarie capacità di mercante, viaggiatore e conoscitore di popoli con il progetto speciale Amfibio dell’artista di Istanbul Cevdet Erek, a cura di Luigia Lonardelli, che illustra la copertina di questo primo numero.
Infine, Senzacornice Journal si arricchisce di una nuova sezione, intitolata “Archives&Collections”, che raccoglie un elenco incrementale, ordinato alfabeticamente, degli archivi e delle collezioni consultati dalle autrici e dagli autori dei contributi pubblicati. La sezione si configura come uno strumento di approfondimento volto a dare conto del valore delle fonti, nonché delle connessioni e delle possibili diramazioni della ricerca sul sistema dell’arte contemporanea a livello internazionale.